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BIARRITZ – Giuseppe Conte chiude alla Lega. Mentre continua il tavolo tra Pd e M5S, il premier dimissionario fa sapere da Biarritz (dove è attualmente in corso il G7) di non essere assolutamente disponibile a un nuovo governo che preveda la presenza del Carroccio. Il professore parla infatti di “stagione politica chiusa” che “non si potrà riaprire mai più”.
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A questo punto le soluzioni sarebbero due: o un ritrovato accordo tra Lega e penta-stellati con Luigi Di Maio premier, o un Conte bis con l’alleanza Pd-M5S, cercando in quest’ultimo caso di convincere il segretario Dem Nicola Zingaretti, che per il momento ha chiesto un altro presidente del consiglio nel segno della discontinuità. Il presidente della Camera Roberto Fico, dato per papabile come primo ministro, si è già tirato fuori:
“Roberto Fico – riferiscono fonti vicine a lui – ricopre l’incarico di Presidente della Camera dei Deputati e intende responsabilmente dare continuità al suo ruolo”.
Giuseppe Conte chiude alla Lega
Decisamente strategico il silenzio del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sempre pronto a replicare su tutto e che invece stavolta ha scelto di non rispondere alle parole di Conte, limitandosi alla foto di un tramonto romano corredata da queste parole:
“Dedicato a voi Amici. Mai arrendersi, mai!”.
Chi invece parla di Salvini è il senatore del Pd Matteo Renzi, che in un tweet afferma:
“Salvini ha chiesto pieni poteri ma, rispetto a 15 giorni fa, adesso è anche in un angolo, quasi ko. Mi auguro che adesso prevalga la responsabilità. E che si pensi all’Italia, non all’interesse dei singoli”.
Intanto si è tenuta una riunione del gruppo dirigente del Partito Democratico alla quale hanno partecipato:
- Paolo Gentiloni
- Dario Franceschini
- Marco Minniti
- Paola De Micheli
- Andrea Orlando
- Maurizio Martina
- Piero Fassino
- Gianni Cuperlo
Invoca equilibrio il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che in un post pubblicato su Facebook ha commentato così:
“Ancora una volta le diverse forze politiche e le diverse correnti all’interno dei partiti mettono in atto spregiudicati tatticismi, preoccupate più del proprio destino che del destino degli italiani. Questo significa che i tanti segnali di disaffezione alla politica espressi ad ogni tornata elettorale non vengono compresi né raccolti”.