Pi Earth

Pi Earth, l’affascinante esopianeta caratterizzato dal pi greco

 

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Lo spazio si sa, è un insieme di tesori affascinanti e misteriosi. Alcune tra le meraviglie più affascinanti sono gli esopianeti. Ovvero pianeti situati al di fuori del nostro sistema solare e che hanno le caratteristiche più varie o strane. In questo articolo vogliamo parlarvi di Pi Earth, l’esopianeta caratterizzato dal pi greco.

La scoperta del meraviglioso Pi Earth

Questo affascinante esopianeta è stato scoperto da alcuni ricercatori del del Massachusetts Institute of Technology. Analizzando e studiando i dati raccolti nel 2017 dal telescopio spaziale Kepler e dal sistema di quattro telescopi a terra, nel deserto di Atacama (Cile), chiamato Speculoos, i ricercatori sono riusciti a localizzare Pi Earth. Recentemente in uno studio i ricercatori hanno anche spiegato ed ufficializzato la scoperta di questo esopianeta.

Tecniche precise al servizio dell’astronomia

La tecnica utilizzata per la sua scoperta è quella dei transiti. In pratica gli scienziati riescono a scovare un pianeta extrasolare osservando il suo passaggio sulla stella attorno cui orbita.

Tale passaggio automaticamente fa diminuire parte della luminosità di una stella e dalla “zona d’ombra” non solo si scopre l’esistenza di un esopianeta in modo preciso, ma anche alcune sue caratteristiche confermate poi da successivi studi.

I telescopi del sistema Speculoos, in particolare, cercano i transiti dei pianeti osservando stelle nane ultra fredde. Questa tipologia di stelle è piccola e debole rispetto al nostro Sole e permette di localizzare esopianeti (abitabili e non) con più facilità.

Le caratteristiche di Pi Earth

Parlando di stelle nane ultra fredde, Pi Earth orbita attorno ad Epic 249631677, appunto una nana ultra fredda, un quinto più piccola e meno potente del Sole; ma comunque “infernale”.

Una parola che salta subito all’occhio è “Pi” che si rifà al pi greco (π); la costante matematica, conosciutissima, che indica il rapporto tra il perimetro di un cerchio e il suo diametro; il suo valore è di 3,14. Questa costante è molto più lunga, ma 3,14 sono i numeri principali. Cosa c’entra col nuovo esopianeta? Semplice, Pi Earth orbita attorno alla sua stella proprio in 3,14 giorni terrestri.

Inoltre è chiamato anche Earth (nome del nostro pianeta) perché è simile alla Terra. Infatti oltre ad essere un pianeta roccioso, ha una massa e un raggio simile al nostro pianeta. A differenza del nostro caro pianeta, però, Pi Earth è molto caldo (data la sua elevata vicinanza alla sua stella) e raggiunge sulla superficie anche temperature di 180 gradi centigradi. Difficilmente è abitabile, anche se, come visto con le “tracce di vita” scovate recentemente su Venere, tutto è possibile.

Scienza e il valore dei numeri

Successive analisi e studi possono far comprendere di più sull’enigmatico Pi Earth. Inoltre questo pianeta non solo può essere utile per comprendere la struttura atmosferica degli esopianeti, ma anche capire il suo collegamento al pi greco, valore che può essere considerato come una sezione aurea dei pianeti.

La sezione aurea è un valore (1,618, le prime cifre, infatti la sezione aurea è un numero irrazionale infinito) che si ritrova non solo nella natura ma anche nell’arte; è una sorta di “numero di Dio”. In egual modo il pi greco può essere un numero riscontrabile nei pianeti, ma al momento ciò necessita di ulteriori studi e non ci sono prove.

Il numero che effettivamente lascia sbalorditi è quello della sezione aurea e fa capire che esiste un valore intrinseco (e quindi di base) in tutto ciò che esiste e collega tutto e tutti; fa capire che tutto ciò che ci circonda è nato dalla stessa matrice e che i numeri, la matematica, sono una delle basi del cosmo.

In ogni caso le scoperte degli esopianeti come Pi Earth, i numeri enigmatici come la sezione aurea e i misteri del cosmo ci invogliano a comprendere sempre di più e a capire i più immensi segreti e le più grandi meraviglie (come la nascita dell’universo, la nostra esistenza, le meccaniche cosmologiche e la vita extraterrestre) dello spazio.

 

Fonte immagine: WIRED

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Autore dell'articolo: Redazione Webmagazine24

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