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Scoperta una nuova cometa interstellare denominata 2I/Borisov. Un’altra grande novità dallo spazio: è stata scoperta la cometa interstellare 2I/Borisov denominata, più tecnicamente, anche C/2019 Q4. La notizia riveste grande interesse scientifico, per la presenza di ossigeno che potrebbe derivare dalla scissione dell’acqua in idrogeno e ossigeno. Si tratterebbe, quindi della cosiddetta acqua aliena proveniente da un altro sistema planetario che potrebbe avere al suo interno un pianeta similare alla nostra Terra. E’ un’ipotesi molto affascinante, che, se confermata, spiegherebbe come lʼacqua viaggi tra le stelle.
Scoperta una nuova cometa interstellare
La cometa scoperta dall’astronomo dilettante russo (originario della Crimea) Gennady Borisov. Alla diffusione della notizia, gli astronomi hanno rivolto le loro attenzioni al nuovo corpo celeste e ne hanno studiato le sue caratteristiche. La cometa, ha una orbita molto iperbolica intorno al Sole, è stata fotografata dal telescopio spaziale Hubble (che fu lanciato in orbita terrestre bassa nel 1990).
Una prima impressione è che si tratti di una cometa classica, anche se di provenienza extrasolare Infatti lo spettro rilevato anche dal Telescopio delle Isole Canarie lo fa ritenere molto simile a quelle del nostro sistema solare. Tra le tante osservazioni è stata segnalata la presenza di cianogeno (CN2), sostanza presente nelle comete comuni.
La cometa C/20191 Q4
La cometa C/20191 Q4 è di difficile osservazione (può essere visibile solo all’alba, prima del sorgere del sole) per la reciproca posizione fra il Sole e la Terra. Si tratterebbe del secondo oggetto extrasolare individuato dopo quello di Oumuamua (l’asteroide celebre per la sua forma di sigaro).
Da una prima stima, sembra che abbia un nucleo di circa 10 km di diametro ed un “piccola” (si fa per dire) coda posta in direzione antisolare. Attualmente si trova ancora a circa 450 milioni di chilometri distante dal Sole e sarà visibile solo nell’emisfero australe a metà novembre. Il 7 dicembre infatti sarà al perielio (punto di minima distanza di un corpo del Sistema solare) e, purtroppo, non si vedrà ad occhio nudo. La sua visione, pertanto, è riservata agli studiosi ed appassionati di astrologia dotatidi idonei strumenti tecnici.
Dai primi calcoli astronomici si prevede che raggiungerà il punto più vicino al Sole il 7 dicembre e dovrebbe ritornare nello spazio interstellare entro la metà del 2020.
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