Le statine sono davvero così efficaci sul colesterolo e la prevenzione delle malattie cardiovascolari? un nuovo studio rivoluziona completamente questa teoria.
Una nuova ricerca della RCSI University of Medicine and Health Sciences, ha rivelato che il legame tra il colesterolo “cattivo” (LDL-C) e gli esiti negativi per la salute, come infarto e ictus, potrebbero non essere così strettamente connessi come si è pensato fino ad oggi.
Pubblicata in JAMA Internal Medicine, l’indagine mette in discussione l’efficacia delle statine quando vengono prescritte con l’obiettivo di abbassare il LDL-C e, quindi, ridurre il rischio di malattie cardiovascolari (CVD).
La ricerca precedente ha suggerito che l’uso di statine per abbassare LDL-C influisce positivamente sui risultati della salute; e questo si riflette nelle varie iterazioni delle linee guida degli esperti per la prevenzione di CVD (cardiovascular disease). Le statine sono ora comunemente prescritte dai medici, infatti un po’ in tutta Europa, sono diversi gli uomini adulti che le assumono.
Tuttavia, i nuovi risultati contraddicono questa teoria, trovando che tale relazione non è così forte come precedentemente pensato. La ricerca, invece, dimostra che abbassare LDL-C usando le statine ha avuto un impatto inconsistente e inconcludente sugli esiti CVD come infarto del miocardio (MI), ictus e mortalità per tutte le cause. Inoltre, indica che il beneficio complessivo di prendere le statine può essere ridotto e varia a seconda dei fattori di rischio personali di un individuo.
Statine: qual è la verità?
L’autore principale del documento è la dott.ssa Paula Byrne del Centro HRB per la ricerca sulle cure primarie, con sede nel Dipartimento di medicina generale del RCSI. Commentando i risultati, la ricercatrice osserva:
“Il messaggio è sempre stato che abbassando il colesterolo si riduce il rischio di malattie cardiache; e che le statine aiutano a raggiungere questo obiettivo. Tuttavia, la nostra ricerca indica come, in realtà, i benefici dell’assunzione di statine sono vari e possono essere piuttosto modesti”.
I ricercatori continuano a suggerire che queste informazioni aggiornate dovrebbero essere comunicate ai pazienti attraverso un processo decisionale clinico informato, linee guida e politiche cliniche aggiornate.
Il riferimento è all’articolo del 14 marzo 2022, JAMA Irternal Medicine: “Valutare l’associazione tra la riduzione del colesterolo delle lipoproteine a bassa densità e gli effetti relativi e assoluti del trattamento con statine”.
Quest’importante scoperta, è una collaborazione a stretto braccio con la professoressa Susan M Smith; sempre della RCSI e con ricercatori dell’Università del New Mexico, USA, (Dr. Robert DuBroff); l’Istituto per la libertà scientifica in Danimarca (Dr. Maryanne Demasi), la Bond University in Australia (Dr. Mark Jones) e poi con la ricercatrice indipendente Dr. Kirsty O’Brien.
La RCSI University of Medicine and Health Sciences è un’università leader mondiale per la buona salute e il benessere. Classificata al secondo posto nel mondo per il suo contributo all’obiettivo di sviluppo sostenibile 3 delle Nazioni Unite nel Times Higher Education Impact Rankings 2021; è esclusivamente focalizzata sull’istruzione e la ricerca per guidare i miglioramenti nella salute umana in tutto il mondo.