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Acqua di rubinetto, l’Unione europea detta regola più severe. Il Parlamento Ue ha approvato norme per aumentare la fiducia dei consumatori
Nell’ambito di giro di vite contro la plastica l’Europa punta ridurre il consumo di acqua in bottiglia e consentire alle famiglie oltre 600 milioni di euro l’anno.
Meno acqua in bottiglia significa non solo aiutare le persone a risparmiare ma produrre anche un impatto positivo sull’ambiente, riducendo le emissioni di CO2 e dei rifiuti di plastica.
Tutto questo potrebbe comportare una riduzione del consumo delle bottiglie di plastica del 17%.
Con tali disposizioni, gli eurodeputati si rivolgono a “tutti i paesi europei affinché promuovano l’accesso universale” all’acqua pulita per i cittadini
Inoltre, un obiettivo importante è l’inasprimento i tetti massimi per alcuni inquinanti come il piombo, i batteri nocivi e introduce nuovi limiti per alcuni interferenti endocrini.
Legislazione che per gli stati membri comporta il miglioramento dell’accesso all’acqua nelle città e nei luoghi pubblici, attraverso la creazione di fontane gratuite.
Così come l’acqua del rubinetto sia fornita gratuitamente, o a basso costo, nei ristoranti, nelle mense e nei servizi di ristorazione.
La relazione è stata adottata con 300 voti favorevoli, 98 contrari e 274 astensioni.
Il Parlamento avvierà i negoziati con il Consiglio non appena i ministri dell’Ue avranno stabilito la propria posizione.
Secondo la relazione redatta dall’Agenzia europea dell’ambiente (2016) la maggior parte delle persone in Europa ha un accesso adeguato all’acqua potabile di alta qualità.
Nella stessa infatti si evince che più del 98,5% dei test effettuati sui campioni di acqua potabile, eseguiti tra il 2011 e il 2013, rispetta gli standard dell’Unione europea.
Il relatore Michel Dantin (Popolari europei):
Il modo in cui utilizziamo l’acqua definisce il futuro dell’umanità.
È chiaro che tutti dovrebbero avere accesso ad acqua pulita e di buona qualità, e noi dovremmo fare del nostro meglio per renderla il più possibile accessibile a tutti.
Insistere affinché i Paesi assorbano i costi attraverso i loro bilanci statali va contro le tradizioni nazionali esistenti, ed è solo un miraggio perché, alla fine, è sempre il contribuente che paga il conto.