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Orche avvistate a Messina dopo le rilevazioni a Prà, Vado Ligure e Portofino: niente ritorno in Atlantico
La rotta delle orche è molto singolare non puntano verso l’Atlantico ma rimangono in prossimità delle coste italiane e giungono a Messina.
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Avvistato nello Stretto di Messina il gruppo composto da 3 orche che stanno vagando in prossimità delle coste italiane. L’annuncio arriva dall’associazione Marecamp che ha notato 3 su quattro esemplari che nuotato in Liguria; questa rappresenta la prima presenza di orche nello Stretto.
Orche a Portofino
È dall’inizio del mese che le orche stanno viaggiando in acque italiane attirando l’attenzione del pubblico e dei ricercatori; anche l’avvistamento delle orche tra Nervi e Portofino ha sorpreso la platea degli appassionati. In particolare a effettuare la segnalazione a Tethys è Valentina Ristagno, insegnante della scuola elementare di Capolungo, dopo aver notato le 4 pinne dalla finestra; Tethys è un Istituto di ricerca no-profit con quartier generale a Milano che ha come obiettivo la conservazione della qualità marina. Gli esperti hanno confermato che le 4 orche hanno effettuato un’escursione in zona Portofino, sotto la chiesa della famosa località.
Prà e Vado ligure
Il tutto dopo circa 3 settimane dall’avvistamento nel porto di Genova Prà, quando si è rilevata la tragica morte del cucciolo. Successivamente, il 18 Dicembre, piccolo gruppo di cetacei ha cambiato località giungendo a Vado ligure. Giorni di mancati avvistamenti hanno fatto pensare ad un ritorno in acque atlantiche più consone, via Gibilterra.
Traversata record delle orche islandesi: Cartagena > Formentera > Carloforte > Prà > Vado ligure > Portofino > Messina
Gli esperti di Orca Guardians annunciano che i 4 cetacei hanno iniziato il loro lunghissimo viaggio partendo dall’Islanda. Si tratta di “Riptide” (catalogata come SN113), poi “Aquamarin” (SN116), “Dropi” (SN115) ed anche la femmina del gruppo (SN114); dunque hanno effettuato la più lunga migrazione documentata per questa specie: 5200 km !!!
Le orche (Orcinus orca), anche se già notate negli anni passati, non sono una popolazione mediterranea; eppure sempre lo stesso gruppo ha lambito le sponde di Cartagena, poi Formentera ed infine hanno visitato le acque italiane di Carloforte e del golfo di Genova. È impossibile alimentarle artificialmente, perché accettano solo prede vive e solo quelle in cui sono “specializzate”; mentre sarebbe troppo rischioso per la loro salute catturarle per poi rilasciarle in ambienti più favorevoli.
⇒ Raccomandazioni ⇐
Gli esperti diffondono la raccomandazione, a chi dovesse notare le orche, di non avvicinarle e quindi non causare loro disturbo; dunque bisogna tenersi ad almeno 200 metri di distanza dagli animali.
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