Studio ENEA: novità sul legame tra alterazione della flora batterica nei polmoni dei soggetti affetti da fibrosi cistica e peggioramento delle funzioni respiratorie
Uno studio coordinato dall’ENEA e finanziato dalla Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica porta novità su fibrosi cistica e funzioni respiratorie.
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I soggetti affetti da questa malattia genetica sono in media una persona su 2500. La novità rappresenta un traguardo della ricerca nella lotta contro la fibrosi cistica, malattia genetica che colpisce:
- principalmente l’apparato respiratorio;
- ma anche l’apparato digerente;
- e anche quello riproduttivo.
Lo studio dell’Agenzia Nazionale, finanziato dalla Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica, è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale PLOS ONE; dunque l’esito ha evidenziato lo stretto legame tra alterazione della flora batterica nei polmoni dei soggetti affetti da fibrosi cistica e peggioramento delle funzioni respiratorie.
Annamaria Bevivino, coordinatrice ENEA del progetto, spiega:
“Grazie alle tecnologie di sequenziamento del DNA di nuova generazione abbiamo visto che nel polmone affetto da fibrosi cistica è presente una comunità di microrganismi più vasta di quanto si conoscesse e che le sue caratteristiche variano a seconda dell’andamento della malattia. In altre parole, i pazienti in condizioni di stabilità della funzione respiratoria registrano una popolazione microbica più equilibrata e diversificata rispetto ai malati con un severo declino della funzione polmonare”.
Alterazione della flora batterica nei polmoni dei soggetti affetti da fibrosi cistica
Nel polmone del malato di fibrosi cistica il muco bronchiale è fin dalla nascita denso e poco scorrevole; dunque una condizione che favorisce l’impianto di batteri e, di conseguenza, le infezioni respiratorie che causano il danneggiamento progressivo del tessuto. L’avanzamento della malattia polmonare è prevalentemente correlata al tipo di microrganismi che colonizzano le vie respiratorie.
Gianni Mastella, direttore scientifico della Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica, dichiara:
“L’importanza del nuovo filone di ricerca che abbiamo finanziato sta in due aspetti: lo studio del microbioma in un ambito nuovo come quello polmonare; ed anche l’applicazione di tecniche di genetica molecolare di ultima generazione in una malattia come la fibrosi cistica, dove lo stato del polmone gioca un ruolo chiave”.
La Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica in Italia rappresenta la prima agenzia per la ricerca in questo campo. Oltre a occuparsi della ricerca microbiologica, finanzia progetti nel campo del difetto genetico alla base della malattia, dell’infiammazione e in area clinica.
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