Algoritmi informatici e robotica, un aiuto per le protesi

 

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Algoritmi informatici e robotica stanno facendo passi da gigante. Ciò che solo qualche anno fa era considerato fantascienza ora è realtà. Naturalmente è importante in tutti i campi, a maggiore ragione però diviene indispensabile l’uso di tali mezzi scientifici per la cura, la riabilitazione e l’aiuto per i portatori di handicap.

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Algoritmi informatici e robotica per gli amputati

Algoritmi informatici e robotica

Con uno dei cappucci BMI collegati ad elettrodi, digitando si controlla il robot. Quest’ultimo è in grado di agevolare ogni movimento dell’uomo. In altri casi si arriva a controllare i bracci robotici direttamente dal cervello e dai suoi neuroni.

Non è nuova la conoscenza di particolari computer che aiutano l’allenamento ludico a scacchi. Nello stesso modo si può ora aiutare la deambulazione per chi ha subito amputazioni. Ogni arto robotico va collaudato meticolosamente.

Tecnici specializzati in questa disciplina e coloro che indossano le moderne “protesi” devono collaborare a lungo. In questo modo si può raggiungere la “perfezione” e ridare una “vita normale” a chi è stato provato dall’esperienza dell’amputazione.

Algoritmi informatici e robotica, una lunga ricerca

Helen Huang insegna ingegneria biomedica alla North Carolina State University e la University of North Carolina e precisa che il traguardo è ancora lontano. La ricercatrice continua: “Finora è solo per dimostrare che è possibile. Di per sé è molto, molto eccitante.

Huang e i suoi colleghi con le loro ricerche mostrano che esiste la possibilità dell’automatizzazione del processo di sintonizzazione manuale. Fino ad ora erano richieste più di una visita ed il ricovero, oltre a costosi interventi per i portatori di protesi.

Si spera che in un futuro relativamente vicino gli utenti protesici siano in grado di sintonizzare i loro arti robotici a casa o in viaggio. Tutto questo potrebbe diventare una consuetudine, grazie al rapporto tra la forza ed il movimento durante l’utilizzazione di uno degli arti robotici.

Algoritmi informatici e robotica collaborano con il cervello umano

Il cervello umano dovrà imparare a collaborare con l’arto protesico robotico. Ovviamente non sarà un processo facile, ma gradualmente si arriverà al risultato voluto.

In un certo senso, il nostro algoritmo di apprendimento del rinforzo computer impara a cooperare con il corpo umano.” Questo è quanto dice Jennie Si, ricercatore presso l’Arizona State University.

Nel laboratorio di Huang i portatori di protesi robotiche possono esercitarsi solo 15 o 20 minuti prima di fare una pausa di riposo. Non si tratta infatti di automi come i robot che giocano a scacchi, ma di esseri umani.

Fonte immagine di copertina Popular science.

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Autore dell'articolo: Redazione Webmagazine24

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