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Accordo CIGS 12 mesi per dipendenti Rifle, dopo fallimento 1 ottobre 2020 storico marchio toscano produttore di jeans ispirati al “West”
Firenze perde marchio storico di jeans ed ora c’è CIGS 12 mesi per i dipendenti Rifle: dopo il fallimento conto alla rovescia per l’esercizio provvisorio, in attesa di un compratore.
Confezioni Fratini – Super Rifle spa – Rifle srl
Tutto iniziò nel 1949, a Prato, dall’intuito del commerciante Giulio Fratini supportato dal fratello Fiorenzo. I due fratelli, importando il denim, diedero inizio all’attività tessile fondando “Confezioni Fratini“. Con il trascorrere degli anni arrivò il successo; infatti, alla fine degli anni cinquanta, l’attività venne trasferita a Barberino di Mugello e la società venne denominata “Super Rifle spa“. Poi la crisi negli anni 2000, la messa in liquidazione con il tentativo di rilancio, nel 2014, sotto il nome di “Rifle srl“. Il marchio “Rifle” fu scelto perché indicava il mondo del “West”.
Fallimento Rifle e CIGS 12 mesi
Dal 1 ottobre 2020 la società è in fallimento, dichiarato dal tribunale di Firenze; ma il Giudice ha disposto un periodo di esercizio provvisorio di utile per cercare un compratore. L’accordo riguarda anche le maestranze impegnate nei negozi sparsi in tutta Italia.
Filctem-Cgil
I commenti dalla Filctem-Cgil dopo il fallimento e l’accordo CIGS 12 mesi per i dipendenti Rifle:
«Il tribunale ha disposto l’esercizio provvisorio per 45 giorni e, appena sarà nominato ufficialmente il curatore fallimentare, chiederemo un incontro per esaminare la situazione e cercare di dare un ulteriore sostegno economico ai dipendenti che ora sono in cassa integrazione Covid-19».
«Con questo accordo abbiamo al momento salvaguardato il 100% della forza lavoro, ma è per noi solo un punto di partenza. Confidiamo infatti che in questi 12 mesi, qualcuno possa essere interessato al prestigioso marchio che rappresentava i jeans italiani nel mondo e di conseguenza, per noi obbligata, anche alle persone che vi lavorano».
«Ci teniamo a sottolineare il ruolo avuto da chi gestisce la procedura fallimentare, sia il curatore che i consulenti incaricati, a cui vanno i nostri ringraziamenti per la sensibilità dimostrata nei confronti delle istanze sindacali, pur mantenendo intatto l’interesse della procedura. Adesso si aprirà il confronto per gestire eventuali volontà individuali di uscita, anche temporanea dall’azienda e per magari ricollocarsi, pur in un momento così difficile per il comparto, presso altre realtà produttive».
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