Matteo Liberati, “Luci gialle di città” è il titolo del suo ep pubblicato da Exabyte Records.
Matteo Liberati, “Luci gialle di città” – la recensione (parte 1)
L’ep si apre con l’ebergica “Chi credi di essere” caratterizzata da una chitarra molto incisiva.
Sembra di sentire un David Gilmour dei Pink Floyd anni settanta, ma a volte persino un virtuoso axeman tipo Ace Frehley dei Kiss o Ritchie Blackmore dei Deep Purple.
Già dalle prime note si capisce che Matteo Liberati ha talento.
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Gli arrangiamenti infatti sono curati in ogni più piccolo dettaglio (e questa è cosa molto rara in Italia).
L’ep prosegue con “L’uomo che guarda le stelle”, un brano cantato un po’ alla Lorenzo Cherubini alias Jovanotti…
Non manca tuttavia una forte componente Rock, quella che sembra essere l’arma in più.
“Luci gialle di città” – la recensione (parte 2)
A “I tetti di Parigi” è stato abbinato anche un gradevole videoclip che ha già superato le 50000 visualizzazioni su Youtube.
Bellissime le location scelte per lo stesso e anche il montaggio pare all’altezza della canzone.
Un brano che pare essere uscito dal genio di Ermal Meta e che ha molto di stile cantautoriale.
Bello anche il testo e in particolare i versi finali “Parigi è sempre perfetta, la mia Parigi sei… Te!”
Sarebbe stata insomma idonea per il Festival di Sanremo.
Chissà quindi che in futuro non capiti di vedere Matteo Liberati sulle assi del Teatro Ariston…
“Luci gialle di città” si chiude con “Un po’ più di te”.
Una traccia che si discosta leggermente da quanto ascoltato in precedenza.
Più che ad artisti della nostra penisola (o tutt’al più europei) i riferimenti sembrano spostarsi verso gli Stati Uniti.
Puro Rock all’americana insomma.
Sia chiaro, non è certo un difetto anzi dimostra come Matteo Liberati sappia guardare anche verso altri confini.
Se “Luci gialle di città” in un futuro vedesse la luce anche in inglese o spagnolo la fama di Matteo Liberati potrebbe andare ben oltre i confini nazionali.
Intanto noi di Webmagazine abbiamo già scommesso su si lui.
E voi che aspettate a fare lo stesso?