Micro orto in orbita: chiamato Greencube consentirà di coltivare verdure nello spazio; nuovo vettore Vega-C porterà in orbita prossime missioni
Enea presenta il primo micro orto “Greencube“, made in Italy, per sperimentare la coltivazione nell’orbita; dunque si avranno informazioni sull’influenza della gravità e delle radiazioni sulle piantine. L’Agenzia Spaziale sperimenterà anche il nuovo vettore, tutto muscoli per carichi extra.
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Presto ci sarà un orto a 6000 km dal pianeta Terra, per sperimentare la produzione di verdure fresche utile anche per le prossime missioni spaziali. Il nome assegnato a questo micro campo di coltivazione è “Greencube“, poiché ha una forma cubica.
Due novità in vista che troveranno “spazio” nel corso della prossima missione europea:
- Greencube, il micro orto per coltivare verdure in orbita;
- ed anche VEGA-C, il nuovo razzo muscoloso destinato a servire le prossime missioni.
Greencube: orto ENEA, Università Federico II di Napoli, Agenzia Spaziale Italiana
Rappresenta il primo piccolo grande passo per la coltivazione nello Spazio. A livello di dimensioni è a tutti gli effetti un micro orto che verrà portato a 6000 km dalla superficie del pianeta Terra; dunque verrà impiegato per coltivare, in micro scala, verdure fresche. La sperimentazione consentirà di rilevare dati utili per le future esplorazioni spaziali. A progettare Greencube, un team scientifico tutto italiano. Sarà contenuto, per la prima volta, a bordo di un mini satellite, che verrà lanciato in orbita nel corso del lancio inaugurale del vettore ufficiale VEGA-C dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA).
Hanno partecipato alla realizzazione del prototipo: ENEA, Università Federico II di Napoli ed anche Sapienza Università di Roma (coordinatore e titolare di un accordo con l’ASI). Le dimensioni di Greencube sono 30 * 10 * 10 centimetri, quindi un micro orto che si basa sulla tecnica di coltura idroponica a ciclo chiuso. Dunque, sarà in grado di garantire per i 20 giorni di sperimentazione un ciclo completo di crescita di micro verdure; queste ultime, naturalmente, sono selezionate tra quelle più adatte a sopportare le condizioni estreme extraterrestri.
Sarà alloggiato in un ambiente pressurizzato e confinato; il micro orto in orbita Greencube sarà dotato di un sistema integrato di sensori hi-tech per il monitoraggio e controllo dei parametri ambientali; inoltre trasmetterà a terra, in totale autonomia, tutte le informazioni acquisite.
ENEA
Luca Nardi, ricercatore del Laboratorio Biotecnologie ENEA, sottolinea:
“Il sistema di coltivazione in orbita consentirà di massimizzare l’efficienza sia in termini di volume che di consumo di energia, aria, acqua e nutrienti e durante la missione verrà affiancato da esperimenti di coltivazione a terra in apposite camere per poter verificare gli effetti sulle piante oltre che delle radiazioni anche della bassa pressione e della microgravità. Il confronto tra i risultati degli esperimenti ottenuti nello spazio e a terra sarà cruciale per valutare la crescita delle micro verdure in orbita e poterle utilizzare come alimento fresco ed altamente nutriente nelle future missioni”.
Satellite
Il satellite verrà realizzato in due sezioni:
- due unità saranno dedicate al sistema di coltivazione e di controllo ambientale che, oltre alle micro verdure e ai sensori, conterrà anche la soluzione nutritiva e l’atmosfera necessaria;
- poi ospiterà all’interno del “telaio” la piattaforma di gestione e controllo del veicolo spaziale.
Vega-C ESA
L’ESA ha messo a punto il nuovo vettore di lancio Vega-C, che verrà inaugurato col prossimo volo in Europa; il nuovo propulsore ha prestazioni più elevate e raggiungendo più orbite, ma ad un costo simile a Vega. Vega-C è un razzo:
- a corpo singolo;
- alto circa 35 m;
- con una massa al decollo di 210 tonnellate;
- inoltre è in grado di posizionare circa 2200 kg in un’orbita polare di riferimento di 700 km.
Il lancio è in programma presso il sito Europe’s Spaceport, chiamato anche Guiana Space Centre (CSG), con sede a Kourou.
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