Intervista esclusiva ad Antonio Maggio - copertina Il Maleducato

Intervista esclusiva ad Antonio Maggio

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Intervista esclusiva ad Antonio Maggio.

Antonio Maggio è un cantautore maturo, forte di due album in studio e di una decina di singoli.

E’ tornato infatti sul mercato discografico con un nuovo singolo, “Il Maleducato”, un brano molto radiofonico in cui esprime tutto il suo talento.

Ad esso è stato anche abbinato un videoclip diretto da Lorenzo Catapano (che in passato ha lavorato per Coez, Gianna Nannini, Jovanotti, Giorgia e tanti altri).

Intervista esclusiva ad Antonio Maggio

“Il Maleducato”. Com’è nato questo nuovo singolo uscito il 17 maggio?

La canzone è stata una delle prime che ho scritto in questo nuovo ciclo creativo, tant’è vero che ho cominciato a comporla due anni e mezzo fa ed è stata anche una delle prime ad essere conclusa.
Fin da subito ho pensato potesse essere una sorta di ponte tra le ultime cose che avevo pubblicato e quelle che pubblicherò poi nei prossimi mesi. Sono stati due anni in cui ho scritto veramente tanto, sia per me sia per altri colleghi (es: Pierdavide Carone). Il brano parla di una festa che altro non è che una metafora del futuro. A questa festa la mia generazione non è stata invitata da quelle precedenti e quindi questo stimolo, questo invito a fare i maleducati, nel senso di essere sfrontati, sta proprio a significare che dobbiamo fare da noi per riprenderci  questo futuro perché altrimenti non ci casca dal cielo.

Secondo te esiste ancora oggi il concetto di educazione in tempi in cui si sente spesso parlare di cose negative quali il bullismo?

Credo che i problemi tipo quello che hai appena nominato ci siano sempre stati. Oggi semmai c’è una responsabilità maggiore da parte di tutti perché le notizie hanno una fluidità, una velocità nel girare che non esisteva in altri tempi. Questo succede grazie alla rete, al web. L’educazione secondo me è un fatto estremamente intimo che con degli esempi, si spera sempre più numerosi, si può mettere a lucido.
Penso che sia una fortuna fare un mestiere come il mio e poter così veicolare dei messaggi tramite la musica perché è uno dei modi più efficaci per parlare di problemi come può essere il bullismo o altri.

In cosa differisce secondo te questo brano, “Il Maleducato” da “Amore Pop” (il suo predecessore nda)?

Sono due brani molto diversi perché, come dicevo prima, “Il Maleducato” nasce dalla necessità di riallacciare un discorso interrotto fino a due anni fa. “Amore Pop” andava a mostrare, ad accennare (perché poi è stato un accenno che riprenderò con le prossime pubblicazioni) un lato più intimo, più personale, più introspettivo. Con “Il Maleducato”  sono ritornato ad affrontare temi importanti in una chiave, quella ironica che riesce a rendere più fruibile il messaggio a chi ascolta. Parlavo di un ponte perché le prossime canzoni andranno in una direzione nuovamente più intima, più introspettiva. E’ il lato che tendo a voler far conoscere di più al pubblico (“Amore Pop” a parte).

Antonio Maggio foto

Intervista esclusiva ad Antonio Maggio – parte due

Parlavamo di differenze. Com’è cambiato il tuo modo di affrontare la musica per esempio dai tempi degli Aram Quartet a oggi?

Io non farei questo confronto rispetto al periodo degli Aram Quartet perché è stata una parentesi di due anni.
Se devo individuare un momento in cui ho schiacciato il pulsante start per la mia carriera è quando sono ritornato da solo. Quella è stata la prima volta che mi sono affacciato al grande pubblico, nella mia veste più autentica, che è quella da cantautore. Tutto quello che è successo prima è stato un gioco bello che mi ha permesso di fare esperienza, di prendere confidenza con il mondo discografico però la mia carriera comincia da Sanremo in poi.

E quindi da “Nonostante tutto”… Torneresti oggi a Sanremo? Cosa ricordi di quell’esperienza? Ci puoi raccontare qualche aneddoto?

In realtà la settimana sanremese è stata completamente fuori dal mondo perché si comprime in un arco di tempo di una settimana quello che normalmente faresti in un anno. E’ questa la forza di tutto il calderone Sanremo. Benché ne dicano tanti miei colleghi che magari lo guardano storcendo il naso, sono tutte cazzate perché chiunque vorrebbe andarci, ma semplicemente per un motivo: si ha la possibilità, una volta che si ha qualcosa di nuovo da raccontare, di trovarsi di fronte ad una vasta platea. Chi ha un disco nuovo da presentare  ha la possibilità in pochissimi giorni di arrivare a un pubblico numerosissimo: il festival è la vetrina più luccicante che ci sia in Italia. Per cui chiunque vorrebbe mettersi “in vetrina” e avere le proprie canzoni da fare ascoltare.

Quando dovrebbe arrivare invece il successore del tuo ultimo album, “L’Equazione”?

Come dicevo prima ho scritto davvero tanto e probabilmente anche domani potrei uscire con tre dischi, non con uno solo. In questi tempi tutto è estremamente veloce (parlavamo prima del web e della rete) mi rendo conto che certe volte si rischia di far perdere importanza alle cose. Sono particolarmente contento e felice di quanto ho prodotto in questi ultimi due anni, non vorrei mai che le prossime canzoni che pubblicherò possano avere poca importanza agli occhi e alle orecchie degli ascoltatori, ma semplicemente perché le attenzioni oggi si fossilizzano solo su un singolo che si lancia in promozione: probabilmente la mia volontà sarà quella di far uscire, prima di un album che raccolga tutti questi brani, un brano per volta e dargli la giusta importanza come credo meriti.

Antonio Maggio foto

Intervista esclusiva ad Antonio Maggio – parte tre

I prossimi brani avranno eventualmente una sorta di filo conduttore o affronteranno tematiche differenti?

Io vorrei far conoscere alla gente il mio lato che è rimasto un po’ in disparte, che si è conosciuto poco fino ad ora, cioè quello più intimo e personale che poi si era visto già con “Amore Pop” , quindi in realtà le tematiche sono varie, ogni canzone ha una storia a sé.

Ultimamente è uscito una sorta di omaggio a te, da parte di Debora Pagano. Hai avuto modo di ascoltare la sua canzone?

Ho conosciuto Debora e tra l’altro mi piace molto, la stimo molto come cantautrice. Ovviamente mi ha un po’ imbarazzato e lusingato questo “A Maggio” perché era qualcosa che non pensavo potesse arrivare soprattutto in questo momento. Tra l’altro siamo usciti praticamente lo stesso giorno. La ringrazio e soprattutto le faccio i complimenti perché è davvero una bella canzone, musicalmente lei produce da sé le sue canzoni, è molto brava.

Secondo te “Il Maleducato” può essere una hit estiva? Ho notato che definisci l’estate “maledetta” nella canzone. Non so che ne pensi della stagione a livello musicale, ma molti artisti credono che magari questo sia il periodo migliore per lanciare un disco, altri la pensano alla maniera opposta per via della troppa concorrenza. Tu cosa ci dici a riguardo?

Io con l’estate non ho un bellissimo rapporto. Basta guardare le nuove uscite da metà maggio in avanti e poi puoi vedere da te che sono usciti tutti i miei colleghi, me compreso, quindi è sotto gli occhi di tutti che l’estate sia presa un po’ d’assalto per far uscire le canzoni, però non credo sia una rincorsa alla hit estiva.
La musica è una questione essenzialmente di gusto. Le motivazioni per cui una canzone può essere catalogata come hit sono talmente tante. Diciamo quindi che d’estate si fanno uscire canzoni, se poi qualcuna diventa hit, tanto di guadagnato”.

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Autore dell'articolo: Marco Vittoria