Pericolo di estinzione per i ricci di mare, lo dice Legambiente.
Legambiente lancia l’allarme: i ricci di mare sono a rischio estinzione.
Ogni anno si pescano trenta milioni di ricci di mare. Per gli ambientalisti sono troppi: nei mari sardi i ricci di mare sono sempre meno.
Pericolo di estinzione per i ricci di mare
Un’altra specie preziosa per l’ecosistema marino, quindi, è segnalata come a rischi estinzione.
Quali le cause? E’ appena il caso di sottolineare ancora una volta: l’innalzamento della temperatura del mare di almeno tre gradi, dovuto alle variazioni climatiche. Il predetto fenomeno e l’aumento dell’acidificazione delle acque, mettono a rischio anche altre specie marine. Il Mare Mediterraneo ha bisogno di una vera e propria cura ambientale, con interventi drastici atti a conservare l’equilibrio dell’ecosistema e dell’ambiente.
L’aumento della temperatura e dell’acidificazione favoriscono la mancanza degli elementi principali di alimentazione dei ricci di mare che diventano sempre più deboli e riducono le loro capacità riproduttive; a ciò si assomma che si sviluppano anche altre specie che competono con i ricci di mare stessi, variando quindi l’equilibrio dell’ecosistema.
L’opera negativa dell’uomo
L’opera negativa dell’uomo poi è sempre presente: la pesca dei ricci marini, condotta a livello industriale, ne fa diminuire annualmente la loro presenza. Esistono più specie di ricci di mare, quello commestibile per l’uomo è il Paracentrotus lividus; gli studiosi ne hanno classificati anche altri ma sono immangiabili e, spesso, anche velenosi per l’uomo.
Il riccio di mare è molto prolifero, ma altrettanto facile da catturare; la sua commestibilità è ridotta alle pochissime parti ovipare, per cui ne occorre una grande quantità; è mangiato crudo ed ha un sapore caratteristico, spesso non gradito a molti. E’ facilmente intuitivo il grave rischio igienico-sanitario derivante dal consumo “a crudo” dei ricci di mare, ma, ciò nonostante, è un piatto particolarmente ricercato, anche come aggiuntivo negli spaghetti preparati con le gonadi del riccio dal caratteristico colore arancione.
La classificazione dei ricci di mare
La classificazione dei ricci di mare è la seguente:
Nome comune: riccio di mare
Sottoclasse: Regolari (Regularia) e Irregolari (Irregularia)
Classe: Echinoidei (Echinoidea) Subphylum: Echinozoi (Echinozoa) Phylum: Echinodermi (Echinodermata)
I ricci di mare sono divisi in due gruppi: gli Echinoidei regolari e gli Echinoidei irregolari. Il primo gruppo include il Paracetrotus lividus diffuso tra le nostre coste.
I ricci di mare vivono abitualmente vicino alle rocce, alle quali si ancorano con apposite ventose. I Pedicelli ricercano il cibo nell’ambiente circostante, mentre si muovono lentamente. Gli aculei sono la loro difesa ed arma naturale. La Regione Sardegna e la Regione Sicilia ne hanno regolamentato le modalità di pesca, proprio nel tentativo di preservare la specie.
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