Elementi di discussione che nelle proiezioni potrebbero caratterizzare il DL Aprile: CIG, indennità 800 euro, reddito di emergenza
Nell’attesa del documento ufficiale si moltiplicano le richieste da vari settori del Paese ed anche le proiezioni sulle misure che entreranno del DL Aprile.
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Dovrebbe trovare posto il rifinanziamento della CIG per un importo prossimo ai 13 miliardi di euro; mentre circa 7 miliardi porterebbero un adeguamento verso l’alto (obiettivo 800 euro) del bonus 600 euro destinato alle partite IVA; inoltre un tesoretto di 1 miliardo dovrebbe essere sufficiente per erogare il Reddito di emergenza (500 euro); invece si arriverebbe a 1,3 miliardi per la Naspi erogata a colf e badanti; infine dovrebbero essere stanziati 500 milioni per rafforzare i congedi ed anche 2 miliardi per misure residuali.
I valori in gioco determinano un aumento dell’indebitamento e quindi un peggioramento sullo stato di salute del Paese. Il Governo, in questo periodo di sofferenza per la popolazione, ha dunque deciso di includere nel nuovo decreto l’eliminazione degli aumenti dell’IVA e delle accise previsti per i prossimi anni.
Il Ministro Gualtieri:
“Si tratta del più consistente intervento economico della storia italiana che servirà a sostenere le famiglie, le imprese, il sistema sanitario e proteggere il tessuto produttivo del paese in questo momento difficile garantendo liquidità e favorendo la capitalizzazione delle imprese. Un intervento poderoso per far sentire a tutti gli italiani che lo Stato è al loro fianco”.
Proiezioni statistiche conti pubblici 2020
Il buon andamento del 2019 (rapporto deficit/Pil all’1,6%, contro il 2,2% del 2018) è compromesso a causa delle misure di contenimento della pandemia; infatti per il 2020 è previsto un rapporto pari 10,4% che dovrebbe scendere al 5,7% del 2021.
In dettaglio, l’Istat rileva che il saldo primario (indebitamento netto al netto della spesa per interessi) è risultato positivo e pari all’1,7% del Pil, con una crescita di 0,2 punti percentuali rispetto al 2018. In salita, ma più contenuta la spesa per interessi, che dal 3,7% del 2018 è passata al 3,4% del 2019 e dovrebbe tornare al 3,7% nel 2020 e 2021.
A fine 2019 il debito pubblico italiano, al lordo degli interventi di sostegno finanziario in favore di Stati Membri, era al 134,8% del PIL; invece nel 2020 dovrebbe salire fino al 155,7%, per poi scendere al 152,7% nel 2021.
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