Teatri e cinema di nuovo aperti dal 15 giugno, si è infatti raggiunto un accordo fra il Governo e le Regioni.
Covid19 Governo dice si ad accordo, teatri e cinema di nuovo aperti dal 15 giugno 2020
La riapertura dei cinema e dei teatri, però, è subordinata al rispetto delle norme che prevedono la prenotazione e il pagamento on line per assistere agli spettacoli. Questo eviterà l’affollamento ai diversi botteghini o casse. Non ci saranno spettatori in piedi e si dovrà rispettare il distanziamento interpersonale. In pratica, saranno disponibili circa la metà dei posti, distribuiti una poltrona ogni due e, comunque, non su tutte le file. La stessa regola vale per gli spettacoli all’aperto. Naturalmente è previsto inoltre l’obbligo di indossare mascherine e guanti. Regole molto rigide, quindi, che sicuramente causeranno un danno rilevante a tutto il settore della cultura teatrale, cinematografica e degli spettacoli all’aperto. La riapertura è ovviamente subordinata anche alla sanificazione dei locali.
Le sale cinematografiche hanno spese fisse facilmente quantizzatili, ma grave sarà il danno che subiranno con la diminuzione degli spettatori.
COVID19, il problema affollamento degli spettacoli e concerti
Il problema assume aspetti ben più incerti per chi organizza spettacoli e concerti le cui spese sono collegate a tante variabili.
Ormai è un sogno vedere la marea di gente con le braccia alzate nelle arene, negli stadi o nelle aree all’aperto dove spesso gli spettatori superavano anche i centomila attratti dai più grandi artisti nazionali ed internazionali.
Le leggi emanate sono sicuramente insufficienti, forse solo una boccata di ossigeno transitoria e temporanea che servirà a dare il coraggio per ripartire. Ammortizzare il lungo periodo di fermo e le nuove spese derivanti dall’osservanza delle disposizioni in materia di salute ed igiene dei posti di lavoro non sarà semplice. I provvedimenti di legge adottati e in corso di adozione sono finalizzati ad una specie di assistenzialismo per il superamento delle difficoltà economiche. Non bastano i contributi, né i prestiti, sono tutti atti che servono sì, ma se arriveranno dopo molto tempo sarà troppo tardi.
Il tempo è un tiranno: occorre snellire le procedure e, soprattutto, superare le pastoie burocratiche interposte all’applicazione dei provvedimenti dai diversi tecnocrati.
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