Ogni italiano, pro capite, deve oltre 60 mila €uro: debito pubblico record nel 2018
I conti in disordine generano un debito pubblico italiano 2018 da allarme rosso: finanza pubblica negativa, PIL fermo, spesa pubblica alta ed investimenti pubblici deboli.
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La fotografia che l’OCSE fa all’amministrazione pubblica d’Italia ha molti lati scuri e poche luci.
Il debito pubblico italiano 2018: finanze da default
Quando si parla di Italia non si può non iniziare dal debito pubblico da medaglia di bronzo a livello mondiale. I criteri di valutazione OCSE sono più ampi rispetto a quelli di Maastricht ed evidenziano il seguente medagliere (rapporto debito pubblico/PIL): il Giappone ha il dato peggiore al Mondo (220%); poi troviamo la Grecia e l’Italia (148%, in recupero rispetto a 152,9% 2017).
Mentre la media dei Paesi industrializzati è pari al 110%, con Estonia (13%) e Cile (30%) ai livelli minimi.
Debito pubblico pro capite e PIL
L’Italia è terza anche in un’altra classifica molto poco edificante: l’indebitamento da della popolazione, pro capite, generato dal valore del debito pubblico; infatti l’OCSE evidenzia che:
- in Giappone il debito pubblico pro capite ammonta ad oltre 90.000 dollari;
- negli Usa, se pur alto, si ferma a 65.000 dollari;
- poi è terza l’Italia con un debito pubblico pro capite pari a 62.667 dollari.
Mentre la media OCSE è di 53.600 dollari.
Il dato italiano è ancora più evidente se paragonato al 2007 quando il debito pubblico pro capite era di 37.411 dollari. Dando uno sguardo all’origine del “profondo rosso” emerge che deriva per l’81% da titoli di debito.
Finanza pubblica
La situazione finanziaria netta italiana, data dalla differenza tra attività e passività, risulta negativa nella misura del 125% del PIL; mentre la media OCSE è di -70%. Dunque il Bel Paese è tra le 4 Nazioni Ocse che hanno situazione finanziaria netta negativa e superiore al PIL (soprattutto a causa dei debiti pregressi da crisi); infatti nell’elenco troviamo: la Grecia a 149% poi Italia a 125%, il Giappone a 124% ed il Portogallo.
Invece, la situazione è agli antipodi per la Norvegia che evidenzia una posizione finanziaria netta pari al +308% del PIL; beneficia del trilione di dollari di asset del Noewegian Wealth Fund gestito dalla Banca di Norvegia; poi troviamo la Finlandia (+59%). Dunque per i norvegesi si tratta di un “tesoretto” di quasi 200.000 dollari a testa.
Debito pubblico italiano 2018 e spesa pubblica
La spesa pubblica italiana lo scorso anno ammontava al 48,6% del PIL (dal 48,9% del 2017) contro la media Ocse del 40,4%. Nonostante l’aumento tra il 2017 ed il 2018, la media pro capite italiana è calata dello 0,4% tra il 2007 ed il 2017 (circa 21.000€); contro un aumento medio dell’Ocse dell’1% a 18.500 euro. Il calo maggiore della spesa pubblica italiana è stato a carico della voce “scuola” (-0,7%), seguita dai servizi pubblici generali (-0,4%); mentre la protezione sociale ha segnato l’aumento maggiore (+3,3%).
Investimenti pubblici
Altra nota dolente sono gli investimenti pubblici: nel 2018 sono stati pari al 2,1% del PIL, in calo dal 2,3% del 2017; quindi, l’Italia è in coda tra i Paesi industrializzati con una media Ocse del 3,1%. Estonia e Norvegia primeggiano con oltre il 5%, mentre sono a livello dell’Italia anche Belgio, Spagna e Germania.
Fonte Ocse: “Uno Sguardo al Governo”.
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